Il bambino “troppo” intelligente
Una riflessione va dedicata anche a quei bambini che presentano livelli intellettivi più alti della media. Essi, per ciò riguarda la sfera intellettiva, non seguono i normali ritmi evolutivi e rispetto alla loro età cronologica mostrano capacità più elevate. Viene da pensare a loro come a dei bambini fortunati, che ottengono il massimo con il minimo sforzo; in realtà se le capacità si trasformano in diversità, essi possono sentirsi non accolti e incapaci di vivere serenamente la relazione con i coetanei.
Secondo le stime i bambini superdotati costituiscono il 2% della popolazione infantile; essi dovrebbero avere un Quoziente Intellettivo che va oltre 130 punti.
Un importante elemento di distinzione è la precocità: i bambini superdotati hanno spesso uno sviluppo intellettivo precoce e seguono tappe di sviluppo più rapide rispetto ai loro coetanei.
Possiedono una capacità di apprendimento quantitativamente e qualitativamente più elevata, prediligono un pensiero logico, hanno bisogno di poco aiuto nello svolgere i loro compiti e manifestano in genere una certa insistenza nel volersela cavare da soli.
Un’altra caratteristica è la motivazione: essi appaiono motivati e tenaci nel perseguire i loro obiettivi, sono curiosi, vivaci, hanno molteplici interessi, sono appassionati della lettura.
Anche la capacità di concentrazione è molto elevata e, se sono particolarmente intenti a svolgere un’attività impegnativa, sembrano perdere il contatto con il mondo circostante. Non si scoraggiano di fronte a problemi complessi, colgono al volo le sollecitazioni degli adulti e, quando si trovano alle prese con un ostacolo, non si danno per vinti e cercano di superarlo.
Pur amando la compagnia, molti mostrano anche una marcata introversione e sono selettivi nella scelta delle amicizie.
Bambini superdotati a scuola
Questi bambini vivono con entusiasmo le nuove spiegazioni, le esperienze scolastiche particolarmente coinvolgenti, ma, in linea di massima, tendono ad annoiarsi di fronte ad attività utili per i compagni, ma ripetitive per lui. Talvolta assumono atteggiamenti provocatori e un po’ saccenti, correggono gli insegnanti, svalorizzano i coetanei. Non è raro che emergano comportamenti di instabilità psicomotoria e di trasgressione, a copertura del loro disagio.
Alcuni, per il fatto che riescono a comprendere i contenuti fin dalla prima spiegazione, non studiano e, per questo motivo, il loro rendimento tende a calare nelle ultime classi di scuola primaria, con un conseguente calo di autostima.
È importante che gli insegnanti tengano conto delle caratteristiche del bambino, affinchè egli possa sentirsi accettato nelle proprie capacità e sostenuto nelle difficoltà psicologiche che spesso si creano. Non accogliere la loro intelligenza come una risorsa per loro stessi e per l’intero gruppo dei coetanei, significa, ai suoi occhi, non accogliere qualcosa che fa parte di lui, come se si trattasse di una parte inadeguata.
Per questo è importante aiutare il bambino a considerare la propria intelligenza nè come segno di distinzione e supremazia né come una componente da rinnegare; la scuola deve riconoscere la caratteristica che egli porta, assecondando gli interessi e utilizzando questi ultimi come veicolo di socializzazione. Esprimere le proprie capacità è un bisogno biologico imprescindibile e il compito degli adulti sta nel perseguire l’equilibrio tra questi bisogni e il desiderio di condividere esperienze con i coetanei. Il rischio da evitare è quello di trattare il bambino come un adulto, non concedendo regressioni e richiedendo il raggiungimento del successo.
Il bambino superdotato e il compito dell’insegnante
L’insegnante assume grande importanza, contrariamente a quanto si può pensare; questi bambini non crescono da soli, ma hanno lo stesso bisogno di accoglienza dei coetanei. L’insegnante, in questi casi, ha il compito di:
- assecondare gli interessi del bambino
- interessarsi a lui
- concedere l’esplorazione degli interessi e delle curiosità del bambino, senza insistere se si esauriscono e accettando eventuali atteggiamenti regressivi.
- Evitare forzature
- Evitare di imporre modelli adulti nello svolgimento delle attività (perfezione esecutiva, standard elevati…).
- Considerare che anche i bambini “troppo” intelligenti hanno bisogno di essere aiutati, perché la precocità intellettiva li rende più consapevoli e sensibili, li espone alla sofferenza, può comportare problemi a scuola, a causa della scarsa sincronia con il programma portato avanti dal gruppo.
- Ricordare che anche l’alunno superdotato è un bambino e, come tale, ha bisogno di essere sostenuto e incoraggiato dagli adulti, per poter crescere con serenità.
- Offrire al bambino l’opportunità di svolgere attività supplementari rispetto ai compiti scolastici ordinari.
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